Tre pareti Nord by fair means

 

Per gli alpinisti della prima metà del secolo scorso il connubio tra ciclismo e alpinismo era una vera e propria necessità, troppo squattrinati per permettersi il biglietto di un treno o il lusso di possedere un’auto. Si può dire che la maggior parte delle prime salite effettuate sulle alpi, oltre alle difficoltà tecniche della scalata stessa, implicavano un notevole sforzo sui pedali. Gli scalatori dell’epoca erano normali lavoratori che la domenica  non avevano altra scelta che saltare in sella loro bicicletta per rincorrere quella montagna sognavano nel resto della settimana (la figura dell’alpinista professionista era ancora lontana dal nascere). Storica rimane la prima solitaria di Hermann Buhl della via Cassin al Pizzo Badile nel 1952, il fuoriclasse austriaco pedalò per 240 km da Innsbruck a Bondo, salì la via e fece ritorno a casa in giornata.

Chi di noi oggi sarebbe disposto a rinunciare ad un comodo viaggio in auto per un faticoso avvicinamento su due ruote? Di sicuro Simon Gietl e Vittorio Messini. La loro idea è semplice salire in meno di 48 ore tre diverse pareti Nord spostandosi in bicicletta da una montagna a l’altra. Prendendo spunto dalla “sufferfest” di Hans Kammerlander e Hans-Peter Eisendle che nell’estate del ’91 concatenarono in 24 ore la  parete Nord dell’Ortles con la Via Comici alla Cima Grande di Lavaredo (coprendo 246km), i due alpinisti vogliono alzare la posta in gioco salendo oltre alle due citate pareti la Nord del Grossglockner.

“Seguire le orme di uomini che più di vent’anni fa immaginavano il futuro dell’alpinismo è una sfida in sé: ciò che queste persone hanno fatto è semplicemente difficile da credere. ma il nostro obiettivo non è solo un tributo, una sorta di seconda edizione: vogliamo spingere oltre i nostri limiti. vogliamo costruire un dialogo alla pari con i nostri precursori e stabilire un nuovo punto di riferimento per l’alpinismo ibrido del futuro”. (Simon Gietl e Vittorio Messini).

 

Simon Gietl e Vittorio Messini

Ma conosciamo meglio i due protagonisti… Simon Gietl è un alpinista professionista e guida alpina altoatesino di Luttach, famoso soprattutto per le vie di alta difficoltà aperte utilizzando protezioni tradizionali nelle sue amate dolomiti, ultima tra queste “Stigmata” sul Sass de la Crusc liberata la scorsa estate (difficoltà fino al –X). Non nuovo a questi tour de force, Gietl aveva salito insieme a Gerhard Fiegl la Supercanaleta al Fitz Roy in sole 31 ore e 30 minuti, mentre lo scorso inverno aveva compiuto, accompagnato da Michi Wohlleben, la traversata delle Tre Cime di Lavaredo in 9 ore e 15 minuti. Anche Vittorio Messini è una guida alpina, italiano di nascita ma austriaco di adozione lavora e vive la montagna a Kals. Con Simon,i due hanno aperto “Shiva’s Ice” sullo Shivling lo scorso ottobre e “Das Erbe der Vӓter” sulla cima Grande di Lavaredo nell’autunno 2015. Oltre a dedicarsi alla salita di nuove vie, Messini e Gietl avevano già dimostrato il loro affiatamento anche per quanto riguarda la scalata in velocità, completando la trilogia invernale delle Tre Cime di Lavaredo in un tempo incredibile: 1 ora e 45 minuti per la Comici-Dimai sulla Cima Grande, 2 ore e 45 minuti per la Cassin sulla Cima Ovest e 1 ora e 15 minuti per la Via Normale dai fratelli Innerkofler sulla Cima Piccola.

 

Gietl e Messini in partenza verso l’Ortles

 

Il loro ultimo progetto North3 è semplice da spiegare, scalare le tre pareti Nord pedalando da una montagna all’altra in meno di 48 ore. Simon e Vittorio sono partiti il 27 maggio alle 19:00 da Solda in direzione dell’Ortles (3905m). Fin da subito, una bufera di neve sulla parete, prova a far saltare i piani dei due alpinisti che a discapito delle condizioni meteo riescono a raggiungere la cima poco dopo la mezzanotte con un’ora di anticipo rispetto al programma. Scesi con gli sci fino a Stelvio, hanno abbandonati gli scarponi per inforcare le loro biciclette e ancora accompagnati da una pioggia battente sono partiti per i 246km che li dividevano dalle Tre Cime.

 

 

24 ore dopo la loro partenza, i due ciclo-alpinisti, sono arrivati alla base della Cima Grande. Qui purtroppo scoprono che la parete è totalmente bagnata e dopo sole tre lunghezze sono costretti ad abbandonare la Comici-Dimai e sfoderare un piano B. In circa un’ora e mezza hanno salito sul versante sud della Cima Piccola lo Spigolo Giallo prima di ridiscendere verso le loro bici e puntare il manubrio in direzione della montagna più alta dell’Austria. L’ultima frazione di pedalata è trascorsa senza problemi lungo tutti i 117 km che separano le Tre Cime da Heiligenblut. Giunti finalmente alla base del Grossglockner (3798m), Simon e Vittorio hanno scalato la parete Nord lungo la classica rampa Mayerl, prima di lanciarsi in discesa verso  loro traguardo: il rifugio Lucknerhaus. 47 ore e 16 minuti per coprire 9535 metri di dislivello e 391 km in bicicletta… missione compiuta!

 

Come dimostra l’orologio di Gietl, i due hanno percorso più dei 363 km previsti

 

Nonostante non siano riusciti a salire la Nord della Cima Grande, i due alpinisti tengono a precisare che questo cambio di programma non toglie alcun valore all’intero progetto: “Non avevamo intenzione di portare avanti molti ideali o pensieri. Volevamo solamente collegare tre montagne famose con la bicicletta”. Un’idea semplice, legata alla tradizione ma al tempo stesso rappresenta un passo in avanti verso questo tipo di alpinismo che utilizza solo mezzi leali (“by fair means”) in grado di tramutare anche una scalata sulle montagne di casa in una grande avventura.