La nona salita della Slovak Direct
Due alpiniste americane, Anne Gilbert Chase e Chantel Astorga, hanno salito la famigerata Slovak Direct sul (VI 5.9X M6 WI6 +, 2700m) sulla parete sud del Denali, compiendo così la prima salita tutta al femminile della via. Scalata per la prima volta in undici giorni nel 1984 dagli slovacchi Blažej Adam, Tono Križo e František Korl, sale la parete sud del Denali, a destra della cresta Cassin, ed è conosciuta come una delle vie più difficili fino alla vetta, che è la più alta del Nord America con i suoi 6194 metri. In 34 anni la Slovak aveva visto solo otto ascensioni, la più impressionate delle quali effettuata da Steve House, Mark Twight e Scott Backes nel 2000 in sole sessanta ore di arrampicata non-stop.
Nella primavera del 2017 le due alpiniste americane avevano già compiuto un tentativo sulla Slovak Direct, terminato prematuramente dopo quasi mille metri di scalata a causa delle cattive condizioni meteo. Quest’anno però la fortuna è stata dalla loro parte. Partite dal campo base il 2 giugno, Anne e Chantel sono riuscite a raggiungere la cima del Denali in 4 giorni di arrampicata estenuante. L’Astorga ha riassunto così la loro esperienza sulla Slovak: ” durante la scalata hanno avuto ottime condizioni meteo, ma le condizioni della via erano più secche rispetto all’anno precedente. I tiri di WI6 erano strapiombanti con ghiaccio marcio e più misto del normale. Il percorso è molto ripido, molto più di quanto sembri. Il secondo giorno siamo entrati nel sistema di diedri dove abbiamo avuto un flusso continuo di spindrift che scendeva e inizialmente siamo stati in grado di risalire proprio al margine. Fortunatamente, i venti si sono calmati e abbiamo trascorso la giornata salendo il tiro tecnico dopo il tiro tecnico. Quella sera alle 2 circa del mattino (credo) siamo usciti dal sistema e di nuovo gli spindrift hanno ricominciato a colpirci. Non siamo riuscite a trovare da nessuna parte alla base dei tiri di roccia per montare una buona posizione per la tenda, così abbiamo scavato una piccola cengia di neve a circa 4600m, siamo entrate nel sacco a pelo e ci siamo sedute fino a quando il sole ci ha colpite al mattino presto. Il sole ci ha immediatamente riscaldato, abbiamo preparato un po’ d’acqua e siamo ripartite per gli ultimi tiri difficili. A circa 4800m, si incontra un grande nevaio parallelo al ghiacciaio sospeso Big Bertha; seguito da un terreno misto facile ma faticoso, che porta infine all’ultimo tiro tecnico del percorso posto a 5000m. Abbiamo scalato per quasi 36 ore senza molto riposo, i nostri guanti erano fradici e stavamo facendo fatica a mantenerci al caldo . Alla fine siamo arrivate sulla cresta Cassin nel mezzo della notte dove abbiamo trovato un posto per montare la nostra piccola tenda e riposarci. Al nostro risveglio le condizioni meteorologiche erano perfette per la spinta finale verso la cima. È stata una salita incredibile, sostenuta e difficile che ti tiene letteralmente in punta di piedi tutto il tempo.”
Una grande scalata da parte di due forti alpiniste che non cercano la gloria di una prima ripetizione tutta femminile ma hanno bensì come scopo quello di ispirare altre donne ad andare a confrontarsi con le grandi montagne e di realizzare i propri sogni.