Jonathan Siegrist apre e compie la prima libera di Aeolis Mons sul Monte Charleston in Nevada
Il fortissimo scalatore americano Jonathan Siegrist si era trasferito a Las Vegas la scorsa primavera con un unico obiettivo… salire Jumbo Love. Liberato nel 2008 da Chris Sharma, questa estenuante maratona di 80 metri che sale l’intera parete di Clark Mountain, è stato il primo 9b statunitense. Dalla prima salita di Sharma, solamente Ethan Pringle era riuscito a venire a capo di questa mastodontica via… fino alla scorso maggio quando Siegrist è riuscito a scalare Jumbo Love, il suo primo 9b. Liberata la mente da ogni pressione, Jonathan ha deciso di cimentarsi in qualcosa che non aveva mai fatto prima: chiodare una multipitch. Il risultato è stato Aeolis Mons. Una via di 230 metri sul Monte Charleston con difficoltà che arrivano all’8b+ liberato il 21 giugno dallo stesso Siegrist.
Jonathan nel suo blog ha raccontato il processo che lo ha portato prima a chiodare e poi a scalare questa via. Qui di seguito riportiamo un breve estratto.
“Ho visto per la prima volta la parete nel 2014 durante una sessione fotografica per Arcteryx. Ero rimasto davvero sbalordito dalle dimensioni e dalla bellezza di quel muro,così ho raccolto tutte le informazioni che potevo e le ho conservate fino a quest’anno. Nella mia carriera ho chiodato tantissimi tiri sportivi e anche alcune linee trad, ma questa è stata la prima volta che mi cimentavo nell’apertura di una via a più tiri. In effetti, questo momento era qualcosa che avevo atteso per molti anni. Ho sempre sognato di unire l’esperienza della scoperta della linea, l’esposizione delle grandi pareti e la pura difficoltà. Il mio successo su “Jumbo Love” 9b lo scorso maggio aveva liberato la mia attenzione dalla ricerca di nuovi progetti in falesia per concentrarmi su qualcosa di diverso come questa avventura, e con gratitudine tutte le stelle si sono allineate per creare questa opportunità.
Calandomi dall’alto per la prima volta ero rimasto folgorato dalla qualità della roccia, i miei occhi scrutavano con entusiasmo il terreno sottostante alla ricerca di appigli e appoggi. Nelle due settimane successive la mia unica ossessione era quella parete, ogni giorno che il mio corpo me lo permetteva risalivo il sentiero e andavo a lavorare alla via. Dopo 7 ore di pulizia e chiodatura, esausto, guidavo fino in palestra a Las Vegas per cercare mantenere la forma arrampicatoria.
Ho chiamato la via ‘Aeolis Mons’ come una montagna sulla superficie di Marte. Durante i miei sforzi sulla via mi stavo interessando alla storia del Mars Rover e sfogliando le immagini mi sono reso conto di quanto fosse incredibilmente simile il paesaggio della mia casa nel deserto a questo pianeta lontano.
Facendo riferimento solo alle mie foto durante la prima ricognizione, ho capito immediatamente che questa sezione specifica della parete era ciò che volevo scalare di più. La bella colorazione della roccia, la posizione sul muro e la sua lunghezza erano tutto ciò che stavo cercando. Anzi, in realtà anche meglio di quanto avrei potuto sperare… una pancia leggermente strapiombante di roccia immacolata, che ricorda il Muro di Blasphemy a Virgin River Gorge, punteggiato di minuscole tacche, a circa 150 metri da terra. Quando mi sono messo a provare questa lunghezza con la micro traxion, ho scoperto che era attorno all’8b e soprattutto dello stile che più mi si addice.
Il grande punto interrogativo a questo punto rimaneva il tiro chiave, due lunghezze più sotto. Questo mostro di 36 metri affronta tre tetti, ognuno più duro dell’ultimo. Questa sezione è troppo strapiombante per poterla provare da soli, quindi non avevo idea se questo tratto sarebbe stato possibile quando ho iniziato a salire la via da terra per la prima volta. Scoprire che la sequenza di movimenti per risolvere il crux era quasi identica a quella che avevo immaginato durante la pulizia è stata sicuramente la sorpresa più grande dell’intero processo. Sbloccata quella sequenza sapevo che l’intera linea poteva essere liberata. Sono caduto in alto sul tiro durante il mio secondo tentativo e non ero sicuro di avere l’energia per un terzo. Ma con l’incombere dell’ estate di Las Vegas, questa era l’ultima occasione di trovare buone condizioni per il tiro. Nervoso, ho inchiodato l’atroce sequenza sullo spigolo… senza fiato e con gli avambracci ghisatissimi sono riuscito a raggiungere la catena. Questo era il giorno giusto!
Senza dubbio questa salita è uno dei miei traguardi di cui vado più fiero. Sono incredibilmente orgoglioso di come sia andata a finire con questa via, e inoltre non vedo l’ora di vedere a quali esperienze questa nuova motivazione mi porterà.” Jonathan Siegrist