A 80 anni dall’apertura della via Cassin sullo Sperone Walker alle Grandes Jorasses, Dani Arnold stabilisce un incredibile record di velocità: 2 ore e 4 minuti
Nel 1938 Riccardo Cassin, Luigi Esposito e Ugo Tizzoni impiegarono tre giorni per risolvere per la prima volta il versante Nord della Punta Walker (la vetta più alta del massiccio delle Grandes Jorasses). Una via che si sviluppa per 1200 metri lungo quello che oggi è comunemente conosciuto come lo sperone Walker. Questa scalata ha rappresentato per Dani la chiusura di un cerchio, infatti il grande alpinista svizzero aveva già salito in velocità le altre due grandi pareti Nord delle alpi: la nord dell’Eiger (2 ore 28 minuti) e del Cervino (1 ora 46 minuti). Il tempo di 2 ore e 4 minuti è assolutamente sbalorditivo ed è l’ennesima dimostrazione delle capacità tecniche e atletiche dello stesso Arnold.
Questo è ciò che ha scritto Dani Arnold riguardo la sua fulminea salita sulle Grandes Jorasses:
Ho coronato il mio grande sogno di salire da solo ed in velocità le tre grandi pareti nord delle Alpi. L’obiettivo mi frullava nella testa da anni. Ogni alpinista è affascinato da quelle tre grandi pareti e le conosce come gli “ultimi grandi problemi delle Alpi”.
Tutto è iniziato con la parete nord dell’Eiger ed ora il cerchio si è chiuso con la realizzazione del progetto sulle Grandes Jorasses. Ad essere onesto i preparativi, l’allenamento e la sfida mentale non erano troppo grandi per l’Eiger e il Cervino. Certo, non è stato facile, ma in qualche modo l’ho fatto, semplicemente così.
Per le Grandes Jorasses invece è stato un po’ diverso. Certamente anche perché il punto di partenza è Chamonix in Francia, e quindi un po‘ più lontano. È più difficile valutare le condizioni. Inoltre, si scala bene la parete soltanto in piena estate. Ci sono anche anni in cui le condizioni giuste non si hanno mai. L’anno scorso ero andato molto vicino a tentare la via, ma qualcosa non era giusto e non sono partito. Il mio desiderio di riprovarci nell’estate del 2018 era quindi ancora più grande. Devo anche dire che ci è voluto tutto questo tempo. La mia tecnica e tattica sono migliorate significativamente nel corso degli anni.
Il fatto che abbia funzionato mi rende, ovviamente, profondamente soddisfatto e felice. Soprattutto il fatto che abbia funzionato esattamente come immaginavo e desideravo, mi rende ora particolarmente orgoglioso. Ciò significa: ridurre tutto al minimo. Mentre sull’Eiger usavo una corda da 50 metri, sul Cervino era soltanto di circa 5 metri. E ora? Nessuna corda, nessun imbrago e nemmeno un singolo moschettone su questa parete di 1200 metri!
È chiaro, questo è associato a pericoli molto grandi, non voglio minimizzarli e ne ero consapevole al 100%. Mi sono preparato in modo assolutamente serio e con la massima cautela per la salita. Soltanto così è stato possibile stabilire questo nuovo record. Il tempo record è ovviamente molto importante adesso. Ma per me è secondario. Mi è piaciuto salire la via e nemmeno per un secondo mi sentivo insicuro. Giorni così non capitano spesso, lo so bene. Ecco perché la mia gioia per questo progetto è così grande. Vale sempre la pena lottare per i propri sogni, non mollare mai e rimanere sempre sul pezzo.
Vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno supportato.
Buona montagna e tanti saluti
Dani