François Cazzanelli insieme a Emrik Favre e Francesco Ratti aprono la “Diretta allo Scudo” 350 metri 7a/+ sulla parete Sud del Cervino

 

Classe 1990, François Cazzanelli non ha bisogno di presentazioni: ha percorso e aperto svariate vie sul Monte Bianco, Monte Rosa e Cervino; ha al suo attivo dieci spedizioni extra europee, dall’Himalaya alla Cina, fino alla Patagonia Argentina; nella primavera del 2018, ha raggiunto la vetta dell’Everest con un cliente, mentre qualche giorno dopo, con la guida Marco Camandona e senza l’ausilio dell’ossigeno, ha raggiunto la vetta del Lhotse, la quarta montagna più alta al mondo.

 

 

Venerdì scorso, pochi giorni dopo aver frantumato il record del 1992 di Hans Kammerlander e Diego Welling nel concatenare le quattro creste del Cervino (16 ore e 4 minuti), François è tornato sulla sua montagna preferita con l’obiettivo questa volta di lasciare il proprio marchio sulla parete Sud aprendo una nuova via. Accompagnato dai colleghi guide Emrik Favre e Francesco Ratti, Cazzanelli è riuscito a terminare la via che aveva tentato per ben sei volte a partire dal 2012. La “Diretta allo Scudo” è una via di roccia che risale direttamente per 350 metri la parte più ripida dello scudo della parete sud del Cervino. Questa nuova linea si sviluppa lungo 10 lunghezze con una difficoltà massima stimata dagli apritori attorno al 7A / 7A+.

«Un sogno che si realizza perché sin da bambino sognavo di poter aprire una via nuova sul Cervino, così come aveva fatto mio padre ai suoi tempi… questo importante risultato ha un valore speciale perché in tutti i tentativi sono stato accompagnato dai miei più cari amici».

 

 

Proprio dal padre è partita l’idea di aprire questo itinerario che aveva già visto parecchi anni fa ma che aveva ritenuto troppo difficile per l’epoca e che poi François ha sviluppato con l’amico e alpinista di esperienza Roberto Ferraris. Nello scudo, infatti, era già presente una via ma che fino a ieri non trovava una soluzione diretta nella parte più ripida. La “Diretta allo Scudo” fortemente voluta da François Cazzanelli e Roberto Ferraris, risolve dunque uno degli ultimi “problemi” del Cervino.