La nuova stagione patagonica inizia col botto! “La Milagrosa” (1200 m, A3, M7, 6a) è la nuova via aperta in stile alpino dagli alpinisti francesi Martin Elias, François Poncet e Jérôme Sullivan sull’inviolata cima El Faro (chiamata così proprio da loro).
Questa guglia di 1200 metri si trova accanto al Cerro San Lorenzo ed era stata tentata in precedenza da diverse cordate, tra cui quella degli alpinisti argentini Luciano Fiorenza e Pablo Pontarielo che, sul versante nord, erano stati costretti a tornare indietro dopo poche centinaia di metri a causa della caduta di massi. E’ stato durante la sua spedizione del 2014 insieme a Rob Smith che Haley aveva visto El Faro, e il nome della torre adiacente salita dai due, l’Aguja Antipasto, è un chiaro riferimento al fatto che la loro era nettamente “inferiore rispetto alla vicina torre principale.”
Le tre guide alpine d’oltralpe si erano recati in Patagonia con in mente un altro obiettivo la parete est del Cerro San Lorenzo, ma come spesso accade è la meteo a fare da padrona… così la loro attenzione si è focalizzata sulla parete Sud della “cima inviolata più difficile della patagonia” (parole di Rolando Garibotti).
Dopo aver atteso quattro giorni una finestra di bel tempo, il trio è partito il 18 ottobre alla volta della parete Est della montagna dove hanno stabilito il loro campo base avanzato.
“Erano le 10 quando abbiamo iniziato ad arrampicare, le previsioni avevano annunciato alta pressione da sud fino alla notte successiva. 48 ore. Dopo un arrampicata tecnica su terreno di misto e roccia buona abbiamo raggiunto la rampa di neve e ghiaccio che avevamo individuato precedentemente durante l’esplorazione. Da qui siamo saliti slegati rapidamente lungo la rampa di 500 – 600 metri che ha dato accesso alla parte più ripida della parete. Arrampicavamo velocemente e questo ci ha fatto sperare di siamo resi conto che le pessime condizioni della neve, la roccia marcia e la mancanza di ghiaccio ci avrebbero rallentato molto. Quando la notte ci ha raggiunto stavo salendo i primi 30 metri di quello che sarebbe diventato la sezione chiave di tutta la via: un camino verticale di 80 metri ricoperto di neve, di cui mi mancano le parole per descrivere la bruttissima qualità della roccia. Marcia non è adatto.”Un asco” come dicono i locals!” J.Sullivan
I tre hanno fissato le corde su 30 metri di difficile arrampicata artificiale e dry tooling, poi si sono calati fino al pendio sottostante e hanno scavato nel ghiaccio dei piccoli gradini dove hanno bivaccato. La mattina seguente hanno ripreso la salita e per tutto il giorno hanno arrampicato su roccia e ghiaccio di scarsissima qualità. Dopo essersi trasferiti sulla parete nord hanno seguito altri tre tiri di roccia ricoperta di brina per raggiungere la vetta, proprio mentre calava la notte e le nuvole inghiottivano le montagne.
“Avendo costantemente messo in dubbio la possibilità di raggiungere la vetta, con tutta quella neve fresca, la roccia terribile e ovviamente il tempo – che nella nostra esperienza al San Lorenzo è sempre peggiore di quanto previsto – essere in cima è stato davvero un momento magico.”
I francesi sono scesi lentamente per tutta la notte e hanno raggiunto la base della montagna all’alba.