Lo scorso week end Luca Danieli e Luca Gargantini si sono aggiudicati la seconda ripetizione invernale (dopo i fratelli Libera) della via Schiavo sul Sasso Manduino

 

Il Sasso Manduino è una magnifica pala di granito che domina l’imbocco della Valtellina e della Valchiavenna. Malgrado l’altezza non eccessiva, il lungo avvicinamento e l’ambiente isolato, rendono la salita di questa montagna una vera avventura a due passi da casa… specialmente in inverno!

Ecco di seguito il racconto di Luca Danieli sulla salita invernale della via Schiavo:

Siamo Luca Danieli 28 anni di Lecco “Dano” per gli amici e Luca Gargantini 23  anni di Rovagnate detto “Garga” due “alpinisti della domenica” per intenderci!

Abbiamo iniziato a scalare all’ incirca 5 anni fa entrambi, io con il gruppo gamma di cui dall anno scorso faccio parte e il Garga con il cai di Merate, ci siamo conosciuti un paio di anni fa ma abbiamo iniziato a scalare insieme da un annetto!

 

 

L idea del Manduino é nata insieme al mio compagno di cordata Charlie in una “trasferta” in valmasino, salendo dalla super ti cattura lo sguardo, é un enorme muraglia di granito che si staglia sul lago, decisamente affascinante. Purtroppo il progetto resta tale, un po’ a causa impegni vari e un po scoraggiati dal fatto che non sia proprio frequentato come posto. Dopo la perdita di charlie metto via l idea, ma l occhio é catturato ogni volta che salgo verso colico. Conoscendo meglio garga gli propongo l’ idea, lui come me é sempre a caccia di avventura e sapevo non avrebbe esitato.

Ben contenti partiamo il 22 febbraio con l’idea di portarci al bivacco Casorate per tentare la salita il giorno seguente. Lo scenario della val Codera prima e della val Ladrogno poi sono assolutamente belle e selvagge, il vento ci accompagnerà tutto il tempo, e inaspettatamente anche la neve che si fa trovare abbondante in molti punti, tanto da arrivare alla vita. 7 ore per raggiungere il bivacco, iniziamo a comprendere perché ben pochi ci vengono in inverno!!

Diamo un occhio alla linea da seguire per giungere all’attacco (idea provvidenziale) una cena veloce e a dormire nel comodo rifugio di latta!

Alle 5 abbandoniamo l’ alloggio, un po preoccupati di trovare altra neve molle o di perderci ma sorpresa gran parte del percorso é portante, nonostante ciò impieghiamo circa 4 ore per arrivare in cima al canalino d attacco.

La via che sulla carta era piuttosto semplice, si rivela subito infida con ghiaccio e neve decisamente pepata e interessante, in particolare il quarto tiro, una placca molto lavorata ma con protezioni piuttosto aleatorie che con i piedi gelati non é stata proprio una passeggiata di salute! Dal quinto tiro riusciamo a guadagnare anche un po di sole che ci scalda e la salita procede piu veloce, il panorama é mozzafiato sui laghi! Sugli ultimi tre tiri troviamo notevoli difficoltà date dalla neve, un traverso non portante affrontato con scarpette come fossero ramponi e una serie di diedri finali decisamente divertenti! Dopo 4 ore siamo in cima, contenti e soddisfatti, quasi rilassati nel sapere che stando alle informazioni ci attende una facile e rapida discesa di 3 ore fino a Verceia. Errore colossale! Non troviamo le calate, molto probabilmente sommerse dalla neve, decisamente troppa (che non ci aspettavamo su quel versante) il tempo passa e decidiamo di arrangiarci affidandoci (forse con qualche rischio di troppo) a ciò che la natura ci offre per calarci. La tensione é alta e complice la stanchezza, anche un po’ di paura.

 

 

Fortunatamente tutto va bene e al tramonto siamo sul nevaio, rilassati che il peggio é passato, ci avviamo a quella che sarà una discesa infinita. Nessuno dei due conosce la direzione, é buio e la neve ancora molta ma come dicono i vecchi “in discesa vanno anche i sassi” e allora giö abass!! Dopo un paio di ore di pellegrinaggio troviamo un bollo, siamo salvi si torna a casa! Arriviamo a Verceia alle 11 passate convinti che l’avventura sia finita ma ahimé la macchina é a Mezzolpiano, frazione di Novate Mezzola… quasi un altra oretta a piedi! Grazie al cielo la dea bendata ci invia un mitico westfalia guidato da tre amici del gruppo Asen che vedendo le nostre pessime condizioni ci scortano gentilmente al nostro mezzo!

Si va in posti sperduti a cercare l’ avventura quando possiamo ancora averla dietro casa, due numeri per intenderci:

Circa 5400 mt di dislivello totale

25 ore intense di avventura

Poco piu di 30 km macinati