Dopo 18 giorni, 12 di scalata seguiti da 6 di discesa, si conclude per il meglio la spedizione sullo Jannu (7.710 m) dei russi Dmitry Gołovchenko e Sergey Nilov. Iniziata lo scorso 16 marzo con l’intenzione di aprire una via diretta alla cima lungo l’imponente parete Est dello Jannu, la spedizione dei due alpinisti russi ha incontrato sin dall’inizio grosse difficoltà. Le cattive condizioni meteorologiche unite alla lentezza nella progressione, ha fatto sì che Nilov e Golovchenko siano stati costretti ad optare ad una linea alternativa a quella pianificata. La cordata ha seguito una grande linea diagonale di neve e ghiaccio (evitando l’ostica headwall rocciosa) che li ha condotti il 28 marzo sulla cresta Sud della montagna. Da qui i russi hanno deciso di iniziare subito la discesa, rinunciando così raggiungere la cima.
«Abbiamo scalato la parete! Non andremo in cima. Stiamo già scendendo».
Questo è il messaggio inviato dai due alpinisti al sito mountain.ru
La discesa dalla Cresta Sud (lungo la “french route”) è stata molto complessa. I due Russi hanno impiegato ben sei giorni per raggiungere il ghiacciaio principale Yamatari a circa 5000 metri, ieri 2 aprile, alle 17:00 (ora nepalese).
Un ringraziamento da parte della cordata va alla regista Eliza Kubarska e la sua équipe che tramite frequenti contatti radio sono stati in grado di fornire le informazioni necessarie a rendere sicura la discesa agli alpinisti.