Il fascino delle gole del Verdon hanno la capacità di attirare i più forti climber di tutto il mondo oggi come accadeva negli anni ’80. La voglia di confrontarsi con le storiche vie disegnate su queste superbe pareti di calcare è un richiamo irresistibile, come hanno appena dimostrato Nina Caprez e Alessandro Zeni che a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro sono riusciti a ripetere in libera “Mingus”(8a).
Questa via di 300 metri aperta nel 1986 da Christophe Froifond gradata originariamente 7a+/A0 è stata resa famosa dalla salita in libera e a-vista dalla straordinaria scalatrice statunitense Lynn Hill nel 1994.
Nell’arco di tre giornate la Caprez ha parzialmente richiodato la via riportandola agli antichi splendori così da poter permettere a tutti i climber di poter godere in sicurezza di questo storico itinerario.
Questo è il racconto della scalatrice svizzera sulla richiodatura e sulla propria salita:
Uno dei miei posti preferiti sulla terra: Gorges du Verdon di Nina Caprez
Come spesso capita quando vivo l’arrampicata nel suo stato più sincero e semplice, scopro che una via mi chiama. Così è stato per Mingus. Questa è una storia divertente: una notte a quello che chiamo il “Campo degli zingari di La Palud” ho incontrato per caso il mio ex fidanzato Benoit e il suo compagno di cordata Leo. Avevano salito Mingus appena due giorni prima, adottando uno stile misto di arrampicata libera ed arrampicata in artificiale. Conosco bene Benoit e ho capito subito che questa via ha significato qualcosa di speciale per lui, vedevo come i loro occhi brillavano come il sole mentre mi parlavono di questa storica via e subito sono stata completamente catturata.
Così ho cercato Mingus nella guida d’arrampicata ed è vero, è l’unica via a cui è dedicata un’intera pagina. La guida riporta quanto segue: “La via più difficile dell’Escalés? In ogni caso nel corso degli anni Mingus rimane saldamente un mito del Verdon, una salita che ha anticipato i tempi. A partire dalla prima libera effettuata a-vista da Lynn Hill nel 1994 (un evento di livello mondiale che, stranamente, è passato inosservato!) la via non è stata ripetuta spesso in libera (Y. Cocurtes nel 2004). Lo stile di arrampicata è piuttosto tecnico e di dita, e il materiale sulla via non è all’altezza degli standard moderni.”
Ero emozionata all’idea di salire in libera questa via, così ho parlato con Graou mentre mangiavo e mi facevo la doccia. Lui mi ha consigliato, per rimanere in vita, di richiodare la via, e così ho fatto. Ann, la mia compagna di cordata, è stata subito della partita. Così, il giorno successivo, dotate del trapano di Graou e di alcuni spit che abbiamo trovato a La Palud, abbiamo iniziato la nostra missione.
Rispittare una via storica come questa è sempre delicato. Ad essere onesti, non ho chiesto a tutti i climber se erano d’accordo o in disaccordo, ho semplicemente cercato di farlo dopo aver consultato Graou, Greg e Pascal, gente che vive ed apre molte vie a La Palud. Era importantissimo per me fare del mio meglio e preservare lo spirito originale della via. Il mio semplice obiettivo era quello di renderla sicura, aggiungendo uno spit da 10 mm ad ogni sosta e sostituendo fino a tre spit su ogni tiro, dove la possibilità di cadere e rompere gli spit molto vecchi ed arrugginiti era alta, specialmente là dove una caduta avrebbe potuto avere delle conseguenze gravi. Tutti i chiodi da roccia sembravano molto buoni e nel complesso, questa via di 300 metri segue un percorso molto logico. C’era soltanto un punto all’ottavo tiro dove c’era un po’ di confusione, dove viene incrociata da un’altra via e dove mancava una sosta che ho poi aggiunto.
Ci sono voluti tre giorni, partendo dall’alto e lavorando quattro tiri al giorno. Ho prima spittato una sosta e ho messo una corda statica, poi ci siamo calati in corda doppia per poi arrampicare con una corda dall’alto e sostituire gli spit messi peggio. Ann toglieva i vecchi spit che io poi sostituivo con spit nuovi, e mi dava una mano dove serviva. Poi, entrambe abbiamo salito i tiri che avevamo appena sistemato con la corda dal basso. Quando arrampichi da capocordata è sempre ben diverso e questo mi ha permesso di verificare se avevamo preso le decisioni giuste. Questo scambio di idee con Ann è stato fondamentale e penso che abbiamo fatto un buon lavoro. Sono molto contenta di come abbiamo lavorato insieme, perché è stato anche molto divertente!
Una volta completato il lavoro abbiamo tolto tutti i nostri rinvii, il giorno dopo Ann doveva andare via. Io invece sono stato fortunata e ho trovato in Sam Hoffmann un compagno di cordata disposto a provare la via con me. Dopo un giorno di riposo a causa della pioggia, Sam e io siamo partiti presto per avere tutto il tempo necessario per ripetere Mingus.
Non avevo nessuna aspettativa quel giorno, il mio obiettivo era semplicemente quello di divertirmi e vedere se io e Ann avevamo fatto un buon lavoro di richiodatura. Ma una volta che ho salito in libera i primi due tiri, sono stata sopraffatta dal piacevole gioco della “rotpunkt” e così ho premuto il pulsante della determinazione!
Ho chiuso il tiro di 8a al secondo tentativo (fortunatamente, perché è un vero killer per la pelle), ma tutto il resto è filato liscio e sono riuscita a salire i restanti tiri al primo colpo. Alcuni dei tiri li conoscevo bene, altri meno e devo dire che nel complesso ho anche avuto una buona dose di fortuna!
L’amico Gio si è unito a noi dall’alto e ha scattato alcune foto mentre Sam e io abbiamo salito gli ultimi tiri. Che sensazione gratificante, arrampicare in libera su questa storica via con tutto il sostegno di quei grandi amici. Il Verdon attrae un certo tipo di persone e mi sento molto onorata di far parte di quello speciale gruppo!
Ora spero di avervi entusiasmato con queste parole, e che in futuro Mingus vedrà molti altri tentativi. Vale completamente il viaggio e la battaglia! Tanto di cappello a Lynn Hill, che ha salito la via a-vista nel 1994.
Un grande ringraziamento ad Ann Raber che ha arrampicato con me per quasi tutta questa primavera, e che ha dimostrato di essere un grande supporto, sempre. E mai come durante questa missione di richiodatura. E grazie Sam per la perfetta giornata e la grande motivazione durante la mia libera al mio ultimo giorno nel Verdon. E, naturalmente, grazie a Graou per avermi prestato il suo caro bambino, il trapano chiamato “Drill Machine”.
A distanza di pochi giorni dalla salita di Nina, uno dei più forti scalatori italiano del momento Alessandro Zeni, è riuscito in una rapida salita di “Mingus”. In questo momento Zeni sembra inarrestabile, accompagnato come sempre dal suo mentore e fidato compagno di cordata Riccardo Scarian, solo un paio di settimane fa aveva salito in libera Delicatessen in Corsica. Chissà ora dopo questi due exploit, quali saranno i prossimi progetti del giovane climber di Mezzano.
Alessandro postato ha commentato su facebook il prezioso lavoro di Nina Caprez sulla via:
“Avevamo già in mente di provare la via ancora prima della richiodatura, è stato un caso che Nina lo abbia fatto prima del nostro arrivo e devo dire che è stata davvero molto brava! A volte succede che vie storiche vengano storpiate brutalmente in fase di richiodatura, distruggendo la storia che c’è dietro e togliendo anche quello spirito di avventura che arrampicatori come me cercano.
Lei lo ha fatto con assoluto rispetto mantenendo la chiodatura originaria e nei punti in cui c’erano i chiodi non li ha sostituiti con degli spit ma li ha lasciati rispettando la storia di questa via e la grande avventura che può offrire. Abbiamo molto apprezzato il suo modo di lavorare, ha semplicemente sostituito gli spit più vecchi e solamente nei punti dove c’era maggiore possibilità di cadere. Inoltre ha aggiunto uno spit ad ogni sosta rendendole di nuovo sicure riportando la via ai suoi antichi splendori. Direi che non avrei saputo fare di meglio, ora molti altri arrampicatori come me potranno tornare su questa via bellissima e godersi un viaggio davvero fantastico.”
fonti: planetmountain.com, up-climbing.com, fb alessandro zeni