La Pedriza è la zona di arrampicata classica di Madrid. Insieme a Joshua Tree e alla val di Mello è fra i posti più famosi per l’arrampicata in aderenza. Sulle sue piccole strutture, grazie al particolare granito, si è sviluppato questo particolare stile di arrampicata fino ai massimi livelli. Tutta la zona conta almeno 3000 tiri di corda con difficoltà dal 3 al 8c+.

Gli alpinisti locali hanno iniziato a scalare alla Pedriza molti decenni fa sulle strutture più evidenti, negli anni ‘80 alcuni scalatori come Jesus Galvez hanno iniziato ad immaginare e ad aprire dal basso linee su cui aumentare la difficoltà tecnica e psicologia e spingersi oltre il classico sesto grado, grazie anche alle nuovo scarpe e alla magica gomma cocida perfetta per aderire sul liscio. Successivamente Carlos Ruiz “Snoopy” a partire dagli anni ‘90 ha iniziato a salire dove non sembrava possibile fino a raggiungere l’8b in placca.

Oggi sono moltissimi gli scalatori che da Madrid o da altre parti della Spagna raggiungono la Pedriza ogni fine settimana arrampicare, fra cui Talo Martin e Ignacio Mulero che stanno ancora sviluppando l’arrampicata in aderenza e non solo, Territorio Comanche si propone come la placca di granito più dura al mondo.


Periodo Il periodo migliore per arrampicare alla Pedriza è nelle mezze stagioni e in inverno, neve permettendo. In estate fa molto caldo ma c’è comunque qualche possibilità nei settori all’ombra.

Come arrivare
Il modo migliore è prendere la metro di Madrid fino alla stazione di Castilla. Qui si sale sul bus 724 che parte ogni mezz’ora circa per il paese di Manzanares Real (40′).
Da Manzanares ci sono vari sentieri che salgono verso la Pedriza a seconda della zona in cui si vuole andare.

Dove stare In casa a Manzanares o in campeggio, in alternativa è possibile bivaccare nelle molte grotte disseminate fra i sassi, su lapedrizamadrid.wordpress.com si può trovare una mappa dei bivacchi.

Un comodo riparo è La Foca: un chiosco aperto solo nei fine settimana ma che si può usare come riparo per la notte, è situato a cinque minuti dal parcheggio di Canto Cochino sul sentiero per Manzanares.

Esiste un rifugio in cui è possibile pernottare, per maggiori informazioni visitare refugioginer.es


Roccia
Queste strutture, da piccoli pinnacoli a torri alte duecento metri, sono formate da un granito rosa molto duro e molto ruvido, ciò rende possibile arrampicare in aderenza su placche più o meno lisce anche molto più ripide rispetto a posti come ad esempio l’Adamello o Grimsel.

La maggior parte delle vie sono attrezzate a fix, alcuni datati altri nuovi. La distanza fra le protezioni è molto variabile a seconda dell’epoca in cui è stata aperta la via e dall’apritore, la gran parte delle vie sono ben protette e non mancano i tiri da attrezzare.

Arrampicata
L’arrampicata è per la maggior parte in placca, in aderenza o su piccoli cristalli, ma ci sono anche i muri a tacche, i blocchi e le fessure. Nonostante non ci sia un’area precisa ma siano molto sparse e ancora da sviluppare, sembra essere una delle zone con più fessure in tutta Europa, con molte offwidth e camini. Ma attenzione: la roccia è molto aggressiva e spesso i tiri sono corti.

Altro -Nella bellissima libreria Desnivel a Madrid è possibile acquistare una guida di arrampicata, sempre a Madrid ci sono vari negozi di articoli sportivi. -A Manzanares il negozio è ora chiuso di arrampicata non esiste più, ci sono alimentari e ristoranti. -Generalmente non si trova acqua nei settori di scalata. -È vietato accendere fuochi e portare animali senza guinzaglio in tutto il parco


Consigli sparsi per arrampicare in aderenza
-Arrampicare in aderenza può essere completamente diverso da ogni altra cosa a cui si è abituati ma
fondamentalmente è come camminare, ma su terreno molto ripido. Bisogna concentrarsi a tenere il peso sui piedi e rilassare tutto il resto del corpo.
-È utile, stando vicini a terra, capire fino a quale inclinazione la scarpa aderisce sulla roccia prima di scivolare
-Imparare a leggere la roccia: ci sono sempre delle depressioni o delle gobbe più o meno visibili su cui appoggiare i piedi. Soprattutto sui tiri meno protetti conviene studiare tutta la sequenza da un buon appoggio fino al successivo su cui riposare, il più delle volte non si tira una linea dritta da una protezione dall’altra ma si segue una sequenza a zig zag. -Sui tiri più ripidi spesso conviene fare passi lunghi, caricando il piede molto in alto in appoggio interno o esterno
-Scarpe: ognuno ha le sue preferenze ma generalmente mai troppo stretta per permettere al piede di flettere e aderire con più superficie, non troppo larga per essere comunque in grado di utilizzare gli appoggi piccoli. Meglio un modello sensibile per sentire gli appoggi. -Gomma: a seconda del tipo di roccia e della temperatura può essere efficace usare una mescola morbida o più dura. Ottime la xsgrip2 quando fa freddo e su roccia molto ruvida, più polivalenti edge e C4 per piccoli appoggi netti. -Fare qualche prova di caduta, se non ci sono cenge o cambi di pendenza conviene girarsi e correre all’indietro con la corda in mano, attenzione sempre a non avere i piedi dietro la corda.