Di Federico Magni

Nell’autunno del 2008 sono due francesi, Stéphane Benoist and Patrice Glairon-Rappaz, già conosciuti nell’ambiente alpinistico francese per i loro exploit con nuove vie sulla nord del Thalay Sagar e sulla parete ovest del west Chomo Lonzo North, a puntare gli occhi sulla parete sud del Nuptse lungo un itinerario che Rappaz aveva già tentato in solitaria due anni prima. Il 18 ottobre, dopo essersi acclimatati, partono decisi ad aprire una via diretta che hanno studiato per giorni a sinistra della cresta nella parte centrale della parete lungo la quale scorre la via inglese-nepalese. La parete sembra in buone condizioni, come ultimamente succede sempre più spesso nella stagione autunnale, ma presto vengono colti dal cattivo tempo e sono costretti a rinunciare.

Dopo aver recuperato le energie e con una buona finestra di bel tempo ci riprovano il 28 ottobre. Partono decisi aprendo una linea retta su pendii di ghiaccio fino a 85°, soprattutto nella prima parte. La prima sezione della parete sembra essere quella più impegnativa con verticalità che non danno mai tregua. Ma procedono spediti. Affrontano un primo bivacco a circa 6.500 metri che raggiungono nel tardo pomeriggio. E’ uno spazio sufficiente solo per una piccola tenda e la sosta non è delle più riposanti. Il secondo giorno sanno di dover fare i conti con la parte più impegnativa della parete e i passaggi chiave di misto e sezioni complicate su terreno verticale e alte difficoltà (M4+/M5). Impiegano un giorno intero per superare la fascia centrale della parete di roccia e misto e sono costretti a bivaccare nuovamente a circa 6.800 metri. Il giorno successivo devono affrontare ancora tratti complessi su pendenze di sessanta e settanta gradi fino a un’altra fascia di roccia poco sopra i settemila metri. Dovranno affrontare anche un altro passaggio di M5 a circa 7.100 metri lungo una fascia che avevano precedentemente giudicato abbastanza facile, prima di riuscire ad infilarsi nel grande couloir percorso anche dalla via inglese-nepalese che conduce sulla cresta sommitale. Riescono a raggiungerla la sera del terzo giorno trascorso in parete e a quel punto, a 7.700 metri, la fatica e il freddo intenso li convincono a fare dietrofront. Riescono a raggiungere il campo più alto che avevano lasciato prima dell’ultimo assalto solo alle tre di notte e a quel punto Benoist si accorge di soffrire principi di congelamento ai piedi. Il quarto giorno in parete è quello della ritirata. Arrivano sani e salvi ma viene organizzato un trasporto in elicottero fino a Kathmandu per via delle condizioni di Benoist.

I due francesi hanno salito 2.300 metri di dislivello in puro stile alpino ricongiungendosi con la parte finale della via di Bonington. Hanno chiamato la via “Are you Experienced”, come l’album di Jimi Hendrix.