Di Andrea Gaddi, da Stile Alpino #45
Nella seconda metà degli anni ’80 compaiono due personaggi che compiranno l’ultimo grande salto di qualità nel Masino: Paolo Vitali di Lecco e Tarcisio Fazzini di Premana.
I due ‘amici e rivali’ tracciarono bellissime vie, circondati dalla moglie Sonia il primo, da parenti e amici il secondo. A Vitali viene aggiudicata la colonizzazione della parete Est del Qualido per bellissime vie in ottica moderna, quindi con l’uso di spit. Così che inizia l’era dell’arrampicata moderna sulle grandi pareti del Masino. Tra queste ‘Galactica’, ‘Transqualidiana’,‘Melat’ e ‘Qualiplaisir’: vie di grande impegno prevalentemente su placche, sulle quali è noto che Paolo non è l’ultimo arrivato! Anche sulla Nord-Est del Pizzo Badile apre numerose vie, sempre prevalentemente su placche, questa volta con l’uso molto limitato di protezioni a rispetto della prestigiosa montagna. E’ il caso di ‘Neverland’, ‘Peter Pan’ e ‘Favola Ribelle’. Molte altre sono le sue realizzazioni in queste valli: sul Cavalcorto per la via ‘Giovani Marmotte’,sulla Punta Paganini per le vie ‘Obelix’, ‘Asterix’ e ‘Idefix’, sulla Punta Allievi per la via ‘Filo Logico’ e sui Pilastri siamesi per le vie ‘Scacciapensieri’, ‘Ilinx’ e ‘Il Tempio del Broncio’. Elencare tutte le numerose vie da lui aperte nel gruppo tra la fine degli anni ’80 e il 1998 sarebbe troppo lungo. Tanto di cappello, quindi, a quello che può essere considerato il più prolifico apritore di vie della regione! Dal paese delle forbici, Tarcisio Fazzini, compie alcune delle più belle ascensioni su granito delle Alpi. Vie che ancora oggi sono guardate con rispetto e apprensione, e che rimarranno leggenda anche per le generazioni future. Le vie del Tarci sono garanzia di qualità, arditezza e alte difficoltà. Sue sono le grandi ‘Delta Minox’ sul compatto pilastro Sud della Cima Scingino, “Spada nella Roccia” alla parete Est del Qualido, ‘Elettroshock’ sulla parete Sud-Est del Picco Luigi Amedeo, e ‘Jumar Iscariota’ sulla Nord-Ovest del Pizzo Badile. Un cocktail di vie di elevata difficoltà e di grande bellezza che molti alpinisti sognano e che segnarono la definitiva consacrazione del fuoriclasse di Premana. Sue anche ‘Ringo Star’ al Pizzo Badile, ‘Giulia Dream’ all’Averta e ‘Chi Si Ferma è Perduto’ alla Cima Scingino. Suoi abituali compagni sono il cugino e compaesano Ottavio Fazzini, l’amico Norberto Riva di Mandello del Lario e altri ancora, tutti uniti da una profonda passione per l’esplorazione e dalla sorridente figura di Tarcisio, prematuramente scomparso tra le montagne di casa nell’inverno 1990. Basta percorrere una delle sue creazioni per condividere l’allegria di gloriose giornate trascorse tra rocce e aria. Il suo panorama alpinistico non si esauriva alla sola esplorazione e vie nuove: Tarcisio è autore di molte ripetizioni di ampio respiro come la prima ripetizione alla temuta ‘via dei Cecoslovacchi’ alla parete Est del Pizzo Badile nel 1987, da dove studierà la linea della successiva creazione: la ‘Diretta del Popolo’. Infine, la prima ripetizione invernale della via ‘Formaggio e Vino’ al Picco Luigi Amedeo.

Il Dente della Vecchia, in val Porcellizzo
Parallelamente al duo Fazzini-Vitali si affaccia nelle Alpi la moderna disciplina della scalata artificiale in stile californiano. Nel 1985 viene salita una nuova via per una linea di fessure e diedri a sinistra di Il Naufragio degli argonauti, sulla parete sud-est del Picco Darwin. Nasce così ‘Memorie del Futuro’ ad opera di Umberto Villotta e R.Comin.
Nell’autunno del 1986, la repulsiva parete Sud-Est della Fiamma del Torrone viene conquistata per le larghe fessure di sinistra, da parte della cordata lecchese di Sergio Panzeri e Felice Vassena. La via è dedicata ad Antonello Cardinale. Passano due settimane e la stessa cordata, assieme ad Umberto Villotta, si trova lungo le fessure-camino di destra, per la via ‘Fiamma d’Autunno’. La conversione totale al nuovo stile californiano di scalata artificiale moderna avviene, però, con la salita di ‘Mellodramma’ da parte di Paolo Covelli, Silvio Fieschi, Fabio Spatola nel 1989, e ‘Vertical Holidays’ da parte di Stefano Pizzagalli e Domenico Soldarini nel 1992, entrambe sulla grande muraglia della parete Est del Qualido.
Sulla Meridiana del Torrone viene aperta la via ‘Outlandos D’Amour’ ad opera del trio Meloni-Tassoni-Villotta nel settembre 1988. Nella sperduta Val Cameraccio la parete Est della Punta Meridionale viene superata da un complesso itinerario, sempre in artificiale: ‘Tyrannosaurus Rex’. Autori dell’ascensione sono Oscar Meloni e Umberto Villotta, nel settembre 1989.
A dare il via alle imprese solitarie ‘casalinghe’ nel Masino è stato il sondriese Paolo Cucchi, durante tutti gli anni novanta. Alpinista di eccezionale talento, Paolo superò alcune difficili vie in solitaria partendo dalla via Gugiatti al Pizzo Cengalo quando era ancora minorenne, alle più famose solitarie di ‘Il Paradiso può Attendere’, ‘Galactica’, ‘Artemisia’, tutte sulla parete est del Qualido. Supera così anche ‘Dalai Lama’ al Pizzo Cengalo, la complicata ‘Memorie del Futuro’ al Picco Darwin e la difficile ‘Feri Ultra’ al Picco Luigi Amedeo: quest’ultima rappresenta una delle più belle ed estetiche realizzazioni dei cecoslovacchi nella campagna del 1980, salita da Cucchi in sole otto ore. Senza dimenticare la solitaria alla via ‘Miotti-Gogna’ al Liss del Pesgunfi, la prima solitaria invernale della via Borghese al Pizzo Cengalo e, infine, le tante altre giornate solitarie passate a gironzolare per le placche della bassa Val di Mello e sulle creste sperdute dell’alta Val Masino. La sua vena artistica lo portò persino a realizzare un film progressista sull’arrampicata in solitaria: ‘Solo Games’. Ma i ‘vecchi’ del film festival di Trento lo giudicarono ingiustamente indegno di essere ammesso alla gara, così lo rifiutarono.

Fiamma del Torrone
Nel 1990 e nel 1991 si assiste alle incursioni dei giovani lecchesi Manuele Panzeri e Riccardo Milani che salirono due vie nuove sulla parete Sud del Cavalcorto: ‘Mello’s Wilderness’ aperta nell’agosto 1990 e ‘Surya Namaskara’ aperta nel giugno 1991, questa volta anche con Maurizio Garota.
Pochi mesi più tardi ritroviamo, in veste invernale, Manuele Panzeri, questa volta con Eugenio Manni, sulla via ‘Fiamma d’Autunno’ alla Fiamma del Torrone. L’inverno 1993 passa con due grandi realizzazioni. La prima da parte di Ivo Ferrari, che sale in solitaria invernale la via ‘Memorie del Futuro’ al Picco Darwin, già salita in solitaria ‘estiva’ da Paolo Cucchi. L’altra è la prima invernale di ‘Delta Minox’ alla Cima Scingino da parte di Daniele Bernasconi e Marcello Ricotti. Nello stesso periodo sulla parete sud-ovest del Pizzo Badile viene completata la via ‘Totò Riina’ da parte del gruppo composto da Maspes, Fiorelli, Mogavero, Morè e Grossi.
Negli anni ’90 affiora anche la figura dell’esuberante Gianluca Maspes, di Sondrio. Sue alcune realizzazioni come la via ‘El Diablo’ al Pizzo Torrone Occidentale, ‘Il Viaggio dei Mongoplegici’ all’anticima del Medaccio, e tante altre, sia in stile classico che in stile moderno, disseminate in tutto il gruppo del Masino. Sue anche alcune salite in solitaria di ampio respiro come ‘La Spada nella Roccia’ al Qualido e ‘Neverland’ al Pizzo Badile, ‘Città di Sondrio’ alla Quota 3228, ‘Soli di Ghiaccio’.
Allo stesso tempo, ma con caratteristiche del tutto opposte (stando quindi lontano da clamori e dalle testate giornalistiche), in Val Codera si diede inizio all’esplorazione delle selvagge montagne di casa grazie ad un affiatato gruppo di scalatori di Novate Mezzola. Dopo le belle ascensioni degli anni ‘70 e ‘80 compiute da Ivan Guerini sulla grande parete sud del Manduino e sul Pilastro d’Argento in Val dei Ratti, Gualtiero Colzada e i fratelli Valentino e Rossano Libera salirono alcune linee fino ad allora dimenticate, o, più facilmente, non ancora individuate. Vengono salite pareti come la Punta Redescala per la via Amici Miei, oggi ancora irripetuta e considerata una delle più difficili della regione e la punta GEC per il ‘Pilastro Dimenticato’, anch’essa irripetuta. Ancora, la via ‘Nostalgia delle Origini’ al Pizzo Ligoncio, ‘One’ e ‘Leggende del Liss’ alla Punta Sfinge e, infine, ‘Fiore Selvatico’ e ‘Le Radici del Cielo’ al Sasso Manduino. Tutte vie di elevata difficoltà tecnica e su terreno prettamente alpinistico e molto isolato.
Nella seconda metà degli anni novanta si da il ‘Via’ alle grandi salite in arrampicata libera. Precursori della disciplina sono gli Slovacchi, guidati da Igor Koller, reduci dalla pacifica scissione dello stato Cecoslovacco in due Repubbliche indipendenti. Nell’estate 1994 superano in libera le vie ‘Elettroshock’ e ‘Feri Ultra’, concedendosi una piccola parentesi per aprire la durissima via ‘Denti del Granito’; tutte sulla parete sud-est del Picco Luigi Amedeo. A continuare l’opera è il canturino Simone Pedeferri, che nel 1996 ripete in libera ‘Il Naufragio degli Argonauti’ al Picco Darwin e apre una nuova via sulla destra, ‘Nessun Pericolo per Te’, con elevate difficoltà in libera. Simone si ripeterà nel 1998 con la salita in libera della via ‘Antonello Cardinale’ alla Fiamma del Torrone, con Stefano Mogavero.
Ma è anche tempo di invernali: nel 1997 vengono salite in inverno la via ‘Complicazioni Collaterali’ al Pizzo Torrone Occidentale da parte di Mario Sertori e Marco Beltramini e la via ‘Mamma Luisa’ alla Cima di Castello da parte di Lorenzo Lanfranchi e Carlo Micheli. Nel frattempo, in estate viene aperta una grandiosa via in artificiale sulla Meridiana del Torrone, la via ‘Antiche Mellodie’, ad opera di Fabio Spatola, Paolo Covelli, Silvio Fieschi e Pascal Van Duin. L’anno successivo vede Gianluca Maspes e Giovanni Ongaro sul Picco Darwin, per la prima invernale alla complicata via ‘Il Naufragio degli Argonauti’, mentre nel 1999 è l’ora di ‘El Diablo’ per Beltramini e Sertori.
Alle porte del duemila tornano di moda le grandi imprese solitarie. Nell’estate del 2000 vengono saliti due capolavori di Tarcisio Fazzini: ‘Elettroshock’ ad opera di Gianluca Maspes, e della più temuta ‘Delta Minox’ ad opera del fortissimo Adriano Selva di Taceno in Valsassina. Quest’ultimo compirà nello stesso periodo, anche la prima solitaria di ‘Dixan’ al Pizzo Trubinasca: una via ardita aperta da un certo Paolo Crippa, le cui ascensioni difficilmente saranno dimenticate dai suoi compagni lariani!
Parallelamente il silenzioso Rossano Libera di Novate Mezzola supera in solitaria l’avventurosa ‘Chi si Ferma è Perduto’ alla Cima Scingino e si ripeterà l’anno successivo su ‘Il Viaggio dei Mongoplegici’ all’Anticima Medaccio, prima ripetizione e prima solitaria, e su ‘Giulia Dream’ alla Costiera dell’Averta. Questo segna la definitiva consacrazione di Rossano tra i più affermati solitari della zona. Ma è solo questione di tempo, perché nel giro di pochi anni compirà tante altre solitarie di grandissimo impegno, che lo porteranno a sua insaputa tra i più grandi solitari d’Italia. Alpinista di grande talento e determinazione, Rossano si distingue per il modo i cui conduce la sua attività: con molta passione, in completo silenzio e lontano dall’indiscreta competizione che sembra aver contagiato l’animo degli scalatori odierni.
Nel 2001 viene riscoperta in ottica moderna la Punta Fiorelli e la Punta Medaccio, rispettivamente per le vie ‘Quattro Salti in Padella’ e ‘Aguas y Placas’, entrambe di Andrea Pavan e compagni. L’anno successivo Lorenzo Lanfranchi e Carlo Micheli aprono la difficile ‘Foglia al Vento’ sul Picco Luigi Amedeo. Nel 2003 Mario Vannuccini e Fabio Fazzini compiono la più lunga traversata in cresta del Masino. Partenza dalla Punta Torelli e arrivo al Monte Sissone in Val Cameraccio, passando per le vette del Badile, del Cengalo, i Pizzi del Ferro, i Pizzi Torrone e la Punta Ferrario. Il tutto in cinque giorni di permanenza sulla frastagliata linea di confine tra Svizzera e Italia.
L’arrampicata libera fa un grande passo in avanti negli ultimi anni, sempre ad opera di Simone Pedeferri. Vengono creati dei concatenamenti da capogiro tra le vie già esistenti sulla parete Est del Qualido. Simone inizia nel 1999, con Alberto Marazzi su ‘Black Snake’, poi su ‘Yellow Butterfly’ con Adriano Selva nell’estate 2002, e su ‘Joy Division’ con vari compagni nell’estate 2004. Ma le sue libere non si esauriscono al Qualido: sulla parete del Picco Luigi Amedeo sale in libera ‘Foglia al Vento’ con Alberto Marazzi, nell’agosto 2003.

La parete est del monte Qualido
Nel 2003 Simone, compare in veste invernale, questa volta da solo, in Val Torrone. Sale, in giornata dal fondovalle, e sale free solo la via dei Ceki alla Punta Ferrario; una bella impresa solitaria che da tanti anni mancava alla cronaca dei locali della Val Masino!
Di eco molto più ampio, nel febbraio 2004, si compie sul Pizzo Badile una grande impresa invernale. Rossano Libera, da solo, sale la via ‘Ringo Star’ sulla parete Nord-Ovest del Pizzo Badile, in circa una settimana di permanenza sulla montagna. Al persistere del mal tempo gli amici valligiani, preoccupati, lo hanno raggiunto al Bivacco Redaelli in cima alla montagna, dove era chiuso ad aspettare condizioni migliori per affrontare la discesa. Insieme scesero al rifugio Gianetti dove li aspettava una grande festa tra amici! Lo stesso Libera tra il 2002 e il 2006, nelle stagioni estive, sale in solitaria anche ‘Nostalgia delle Origini’ sulla parete nord del Pizzo Ligoncio, ‘Leggende del Liss’ alla parete Nord della Punta Sfinge, ‘Fiore Selvatico’ al Sasso Manduino, ‘Il Naufragio degli Argonauti’ al Picco Darwin, ‘Fast Trip’ al Cavalcorto, ‘Scora Wora’ alla Costiera dell’Averta e la ‘Diretta Giulio Fiorelli’ al Pizzo Badile…un kit di salite che gli conferiscono di diritto il premio ‘Grignetta d’Oro’ nel novembre 2006.
Infine compie la prima ripetizione della temuta via dei Cecoslovacchi alla parete Sud della Cima di Castello, questa volta in cordata con il vicentino Nico Rizzotto, divenuto anch’egli celebre per la prima formidabile ascensione solitaria (e terza ripetizione assoluta) della via dei 5 di Valmadrera sulla parete Nord-Ovest del Monte Civetta in Dolomiti.
Dal 2000 è iniziata un’altra storia. Altri protagonisti, nuove ascensioni e nuove generazioni. Una storia che, tra qualche anno, dovrà essere raccontata.